Curriculum Vitae
Paola Bonora è professore ordinario di Geografia e di Comunicazione e territorio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna. E' stata Presidente del Corso di Laurea in Scienze Geografiche. E' stata Direttore del corso di alta formazione “Progettare sviluppo locale partecipato” e del master post-laurea "Metodi e tecniche per l'individuazione e lo sviluppo dei sistemi locali territoriali e la programmazione negoziata". E' stata responsabile del Settore Ricerca e Innovazione del CITAM, Centro Interfacoltà per l'innovazione e il trasferimento tecnologico. Collabora con il quotidiano “la Repubblica”. Ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione di Hera Bologna s.p.a., azienda multiutility, nel triennio 2005-2008. Fa parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Gramsci dell'Emilia-Romagna.
Ha svolto funzioni di coordinatore nazionale e locale in progetti di ricerca CNR e Murst. Ha partecipato a progetti di ricerca dell'Unione Europea.
Ha organizzato e preso parte con proprie relazioni a numerosi convegni di rilievo nazionale e internazionale.
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Tra il dire e il fare
le politiche del territorio in Italia
Relazione presentata il 21 gennaio 2011 al convegno:
Bologna - San Giovanni in Monte -
Visioni e politiche del territorio
Per una nuova alleanza tra urbano e rurale
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Le politiche del territorio tra consapevolezza, retoriche e contradditorietà delle pratiche
• dopo la crisi dell’ idea di pianificazione regolatrice e normativa, strumento distributivo in seno al welfare state
• la deregolazione neoliberista porta al governo degli affari, del potere economico, non contano volontà o interessi collettivi ma il peso, la forza di pressione/persuasione del denaro (lecito e non) in un connubio strumentale alla finanziarizzazione
• l'urbanizzazione diventa fattore di crescita, da dilatare nelle campagne ( "omogeneizzare la rendita" )
• il settore immobiliare, il mattone, come strategia privilegiata della politica economica
• crisi della decisionalità politica locale tra consapevolezza dei problemi, retoriche e legittimazione del mercato.
• crisi della decisionalità politica locale tra consapevolezza dei problemi, retoriche e legittimazione del mercato.
Tra il dire e il fare - Il caso bolognese
• Previsioni di alloggi nella pianura bolognese.
• ogni anno nei comuni della pianura si costruiscono mediamente circa 2.500 alloggi (di cui circa 700 nel comune di Bologna)
• dai PSC approvati o in corso di elaborazione, per la sola pianura bolognese, emerge che le previsioni di nuovi alloggi è di circa 60.000 unità, di cui solo 22.000 derivano da "residui" non realizzati dei vecchi PRG (il 36%). Gli altri 38.000 alloggi sono nuove previsioni maturate negli ultimissimi anni
• agli attuali ritmi di "assorbimento" del mercato edilizio si tratta di previsioni che impegnano i prossimi 25 anni del territorio e delle sue comunità.
• meno del 15% di queste previsioni derivano da interventi di riqualificazione urbana: per l'85% sono alloggi che investono nuove aree agricole o non urbanizzate.
• meno del 15% di queste previsioni derivano da interventi di riqualificazione urbana: per l'85% sono alloggi che investono nuove aree agricole o non urbanizzate.
• Le nuove aree produttive
• A queste previsioni residenziali vanno aggiunte le previsioni per aree produttive. Considerando solo le aree produttive principali è possibile stimare che le nuove previsioni contenute nei PSC investano quasi 800 ettari di suolo oggi agricolo.
• Legge regionale 20/2000 art.2, comma 2, lettera f): "prevedere il consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione."
• Legge regionale 6/2009 art.26, comma 2, lettera e): precisa che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale "definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo per tutto il territorio le condizioni e i limiti al consumo di territorio non urbanizzato, nell'osservanza del principio generale di cui all'art.2, comma 2, lettera f), nonché i requisiti di sostenibilità territoriale ed ambientale delle previsioni urbanistiche comunali che comportano rilievanti effetti che esulano dai confini amministrativi di ciascun ente."
• "minimizzare il consumo di suolo e gli impatti ambientali"
• "contenere il consumo di territorio, riducendo al minimo l'ulteriore occupazione di suolo non urbano per funzioni urbane" (in PTCP, Norme, art. 10.1 pag.203)
• "il territorio urbanizzato continua a crescere...se si considera che si tratta di una crescita a popolazione costante, il trend risulta elevato..."
• "Anche il territorio pianificato... continua a crescere in forma diffusiva..."
• "...concertare una motivata gradualità dell'effettiva entrata sul mercato della disponibilità di aree previste dai PRG..."
• propone un "ragionevole decentramento per centri che eviti i rischi e i costi ambientali ed economici della dispersione incontrollata...Un modello di assetto del territorio che punta a ridurre il consumo di suolo"...(in PTCP Relazione, cap. B1 pp.147-152)
• "Garantire la sostenibilità ambientale e territoriale delle scelte localizzative per i nuovi insediamenti residenziali"
• "Orientare l'offerta insediativa residenziale, anche al fine di incentivare una mobilità sostenibile per le persone e le merci"
• "Limitare e regolamentare ogni ulteriore urbanizzazione in particolare in riferimento al consumo di suolo, frammentazione del territorio agricolo ed ecosistemico, permeabilità dei terreni." (cfr. relazione, pag.9, aprile 2009)
• Previsioni urbanistiche: 9.068 alloggi, Residuo dei PRG vigenti 6.494 alloggi (Esclusi i PP approvati); Nuove previsioni: 2.574 alloggi (Escluso consolidamento tessuto esistente e recupero in territorio rurale. Comprensivo di riqualificazione urbana e incrementato del 10% per mix funzionale) di cui 1.068 da riqualificazione urbana.
• analoghe dichiarazioni "programmatiche"
• Previsioni urbanistiche: totale: 9.480 alloggi. Residuo dei PRG vigenti: 4.270 aalloggi (esclusi i PP approvati); Nuove previsioni: 5.210 alloggi (escluso consolidamento tessuto esistente e recupero in territorio rurale. Comprensivo di riqualificazione urbana e delle quote di riserva per esigenze non preventivabili)
60.000 alloggi
• PRG adottato 1986 previsioni urbanistiche:
7.110 residenze su 563.480 mq.
• PRG adottato 1989 previsioni urbanistiche:
19.341 residenze su 1.547.293 mq.
19.341 residenze su 1.547.293 mq.
Incremento abitazioni a Bologna
(fonte PTCP, quaderno 7, 2003)
tra le deroghe al PRG: i Piani di "Riqualificazione" Urbanistica
un bilancio:
• degli standard negativo (specie nei casi delocalizzati "ad arcipelago") o nullo - oppure standard aggiunti dove già erano superiori agli indici fissati
• molti casi con superficie residenziale superiore al 90%
• impatti su equilibri ambientali e mobilità: maggioranza dei casi non migliorativi e in alcuni casi peggiorativi
• ovvero: in larga misura disattesi e contraddetti i principi esplicitati per motivarne l'attuazione
l'invenduto in Emilia-romagna
• Abitazioni invendute: circa 35.000 unità (in pronta consegna)
che salgono a circa 50.000 unità considerando anche i cantieri in corso
(stime Regione Emilia-Romagna)
• dal 2007 al 2010 il settore delle costruzioni (edilizia e indotto) ha perso 67 miliardi di euro di produzione, pari ad una diminuzione del 17,3% in valori reali
• nello stesso periodo l'edilizia residenziale ha registrato una diminuzione del proprio fatturato pari al 38% (fonte Cresme)
• 250.000 posti di lavoro in meno negli ultimi 2 anni (fonte Ance)
le vittime della crisi del neoliberismo
• a livello nazionale i pignoramenti di abitazioni per mancato pagamento del mutuo nel 2010 sono aumentati del 31,3% per un totale di circa 150.000 abitazioni messe all'asta (una città di medie dimensioni!)
• tra 2008 e 2010 l'aumento è stato del 70% (fonte Adusbef)
• nel 2007, a crisi appena iniziata, le insolvenze hanno coinvolto il 5% delle famiglie che ha contratto un mutuo (fonte Banca d'Italia)
• manca un approccio al governo del territorio, alla dimensione complessa, articolata, trasversale, concatenata, di sistema interrelato e interinfluente
• dimenticati la portata sociale della pianificazione territoriale e i diritti dei cittadini presenti e futuri
• ignorate, disattese direttive UE e accordi internazionali
gli strumenti
• forte difformità degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, difficoltà di confronto, dialogo
• diversa impostazione: indicazioni di carattere generale-strutturale // prescrizioni di dettaglio; non sempre presenti preoccupazioni ambientali; differente efficacia sugli altri strumenti urbanistici; mancanza di monitoraggio e controllo; diverse attribuzioni delle funzioni tra gli enti territoriali
• formule spregiudicate di applicazione degli standard, loro perequazione delocalizzata, commercializzata, monetizzata
• una confusione voluta ?
in quale direzione andare
• precauzione: tutela dell'ambiente e dell'ecosistema come principio di fondo
• sviluppo durevole: assumersi la responsabilità delle generazioni future
• tutela preventiva: non agire a posteriori dei danni, evitare che i patrimoni territoriali vengano dilapidati, intervenire nel presente per evitare danni nel futuro, manutenere
• slegare l'occupazione di suolo da un'idea distorta di sviluppo
• riconoscere la trasversalità dei sistemi territoriali attraverso il coordinamento delle normative settoriali
quali pratiche
• compattare l'urbanizzato, densificare insediamenti e infrastrutture
• ricondurre alla ruralità e alla naturalità aree di decrescita
• migliorare la qualità del territorio urbanizzato per contrastare ulteriore suburbanizzazione
• pianificare, rigenerare, ristrutturare, manutenere i paesaggi
• introdurre seri criteri di valutazione preventiva della sostenibilità sociale e ambientale, condizionare le scelte a puntuale analisi dei costi sociali ed economici
giustizia territoriale
• la pianificazione del territorio è un atto politico che coinvolge l'interesse collettivo e delle generazioni future, non può soggiacere agli impulsi del mercato e ai ricatti dei gruppi di pressione economici
• implica responsabilità morale e civile, equità, rispetto delle volontà sociali, lungimiranza
• urge una svolta etica di giustizia territoriale contro la dissipazione dei patrimoni comuni e le disparità prodotte dal neoliberismo.
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